Nei giorni scorsi è stata svelata la Guida Michelin 2019 sui ristoranti stellati italiani, giunta alla 64° edizione, e le discussioni sulla classifica non sono mancate. Al centro del mirino c’è lo chef Carlo Cracco che non è riuscito a riguadagnare la seconda stella con il nuovo locale a Milano in galleria Vittorio Emanuele II. Per lo chef si tratta di una grande delusione, ma nella guida rimane comunque segnalato per l’eleganza e comunque meritevole di una stella Michelin. Sui social network si è riproposta una polemica già sentita più volte: forse troppa televisione e poca cucina per Cracco? Un’altra icona del lusso milanese che quest’anno ha ricevuto una bocciatura è il ristorante Armani a cui è stata tolta la sua unica stella.
Sul fronte dei meritevoli invece la Guida 2019 ha premiato tre volte lo chef Antonino Cannavacciuolo che conferma le due stelle Michelin per Villa Crespi e riceve la prima stella Michelin anche per il Cannavacciulo Cafè e Bistrot di Novara e per il Cannavacciuolo Bistrot a Torino.
Quest’anno i ristoranti che hanno ricevuto per la prima volta una stella Michelin sono ben 29, mentre arrivano a 10 gli chef con tre stelle, il massimo del riconoscimento, con il nuovo trionfo di Mauro Uliassi da Senigallia.
La Guida Michelin si riconferma come ogni anno un concentrato di tradizioni, viaggi, gusti e sapori che mette in luce la classe e la qualità della ristorazione italiana. Gli chef premiati nel nostro Paese sono 367 e quest’anno l’Italia si è riconfermata al secondo posto nella classifica delle nazioni con il più alto numero di stellati.
Noi ci chiediamo quanto valga realmente una stella Michelin nel percepito dei clienti. È davvero un indice così sensibile e realistico? Quanto influisce nella scelta di un ristorante?
Facciamo i nostri complimenti a tutti gli chef premiati in questa edizione, specialmente alle nuove generazioni che stanno conquistando il loro posto nel panorama della ristorazione nazionale.