È un tema molto delicato e interessa molteplici attori: dai bar alle mense, dai ristoranti alle strutture ricettive. Parliamo di sprechi alimentari. Secondo le ultime stime della FAO (Food and Agricultural Organization) su circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno il 22% va a finire nella pattumiera. Da dove provengono gli scarti?
- Dall’agricoltura per i limiti nella conservazione e nel trasporto delle derrate alimentari, per questioni di clima e surplus produttivo.
- Dai processi di trasformazione alimentare.
- dalla distribuzione, errori nella previsione delle scorte e negli ordini, imballaggi deteriorati e strategie di marketing sbagliate.
- Sprechi domestici: acquisto di quantità eccessive, errata pianificazione delle scorte e del calcolo delle porzioni, conservazione sbagliata.
A partire dall’entrata in vigore della Legge Gadda 166/2016 si sono susseguite una serie di iniziative di sensibilizzazione, rivolte soprattutto ai più giovani, per educare alla riduzione degli sprechi. È passato più di un anno e sono stati fatti certamente passi in avanti con l’attivazione di progetti innovativi e iniziative, sia per combattere gli sprechi sia in tema di donazione delle rimanenze e ridistribuzione delle eccedenze. Il nuovo anno ha portato poi delle novità in materia con la Legge di Bilancio 2018. Vengono infatti aggiunti nuovi beni tra quelli donabili secondo la Legge Gadda, con estensione delle relative agevolazioni fiscali verso gli enti del terzo settore iscritti al Registro unico Nazionale. Un’impresa può ora dedurre tutti i costi ai fini Iva: non vi sono imposte sulle merci in uscita e viene riconosciuta la detrazione dell’Iva assolta a monte. Il fine è poi quello di semplificare le procedure per chi sceglie di donare beni, anche non alimentari. Nel prossimo articolo affronteremo il tema degli sprechi alimentari all’interno della ristorazione, continuate a seguirci!
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